Pagine

ATTENZIONE!


Ci è stato segnalato che alcuni link audio e/o video sono, come si dice in gergo, “morti”. Se insomma cliccate su un file e trovate che non sia più disponibile, vi preghiamo di segnalarcelo nei commenti al post interessato. Capite bene che ripassare tutto il blog per verificarlo, richiederebbe quel (troppo) tempo che non abbiamo… Se ci tenete quindi a riaverli: collaborate! Da parte nostra cercheremo di renderli di nuovo disponibili al più presto. Promesso! Grazie.

mercoledì 25 maggio 2016

Corpus Domini 2016


Dal libro della Genesi (Gn 14,18-20)

In quei giorni Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole: «Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici». Abram gli diede la decima di tutto.

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1Cor 11,23-26)

Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

 

Dal vangelo secondo Luca (Lc 9,11-17)

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a compare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

 

Dopo Pentecoste è ricominciato il tempo ordinario. Nella liturgia domenicale però è ancora difficile accorgersene, perché settimana scorsa abbiamo celebrato la festa della Trinità e questa settimana siamo alle prese con il Corpus Domini. È come se il ritorno al tempo ordinario vero e proprio fosse introdotto da queste solennità che vogliono riportare al centro della riflessione dei cristiani i punti centrali della fede: il Dio trino ed unico, la persona di Gesù.

In entrambi i casi, e come sempre quando si ha a che fare con la rivelazione cristiana, in gioco c’è il volto di Dio: Chi è il Dio in cui crediamo?

Questa settimana, in particolare, l’accento è posto sul fatto che il Dio che Gesù ci ha mostrato è un Dio che si dà da mangiare.

Spesso agli dei e ai potenti, il popolo chiede il pane. Ma il rapporto che si crea in questo modo è problematico: il pane è dato in cambio di una sudditanza, come premio o come prezzo per l’obbedienza e la sottomissione.

Anche Gesù ha corso questo rischio: quando ha dato il pane, c’era chi voleva farlo re. È lì che ha capito che non poteva essere quella la via per condurre gli uomini al Padre. Sarebbe stato un rapporto inficiato in partenza. E i sinottici l’hanno ben chiarito raccontando l’episodio delle tentazioni nel deserto: Gesù viene tentato sul modo di essere Dio e una di queste tentazioni è quella di conquistare le folle col pane: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane» (Lc 4,3). Ma Gesù sapeva che così avrebbe conquistato solo servi, non amici. Gli rispose infatti: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo».

Non di solo pane… c’è dell’altro nella relazione che Gesù vuole proporre agli uomini.

Non solo soddisfazione di bisogni… ma sbilanciamento reciproco, fiducia, compromissione…

E come fare a dire tutto ciò? Come far capire agli uomini che Dio non è un erogatore di servizi, ma un interlocutore relazionale?

Riprendendo l’immagine del pane e trasformandola: il pane entra nella nostra pancia, viene assimilato e così ci nutre.

Dio vuole una relazione così con gli uomini, intima fino a quel livello: non è estrinseco rispetto a noi, lontano, chiuso nel suo cielo, ma è nelle nostre viscere. È nelle profondità del nostro io che interagisce con noi ed è da lì che ci dà energia e vita.

E così Gesù smise di dare il pane, per farsi pane.

Non ha più distribuito panini, ma ha identificato il suo corpo e il suo sangue col pane e col vino, perché ogni volta che ne avessimo mangiato nel suo nome, facessimo memoria della nostra relazione intima con Dio.

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

I più letti in assoluto

Relax con Bubble Shooter

Altri? qui

Countries

Flag Counter